Skip to main content

Autorimessa (1918)

  1. Funzione:

    Struttura di servizio per automezzi e manutenzione meccanica del manicomio

  2. Utilizzo attuale:
    Abbandonato
  3. Stato di conservazione:
    rovina
  4. Numero di piani:
    1
  5. Superficie:
    1918 m²
  6. Contenuto aggiornato il:
    6 Marzo 2025

Autorimessa del manicomio di Volterra

Storia e funzione

L’autorimessa del manicomio di Volterra fu istituita nel 1918 per ospitare i pochi automezzi utilizzati esclusivamente per il trasporto interno dei ricoverati. Per oltre un decennio, questi mezzi furono impiegati per necessità logistiche e sanitarie.

Un aspetto significativo riguarda il direttore sanitario Luigi Scabia, che per 32 anni si spostò all’interno dell’ospedale psichiatrico con un barroccino traballante. Solo nel 1932 gli fu assegnato un automezzo, segnando un miglioramento della mobilità interna alla struttura.



Ampliamento e sviluppo della struttura

Nel luglio 1934, la struttura fu ampliata, come documentano le fotografie storiche e i documenti tecnici dell’epoca. Questo intervento faceva parte di un ampio piano di modernizzazione dell’ospedale psichiatrico, che tra il 1933 e il 1934 vide anche:

  • l’ampliamento del padiglione Kraepelin;
  • la costruzione del nuovo edificio per accettazione e fagotteria.

Nel 1935, venne realizzato un ulteriore progetto di ampliamento, con una relazione tecnica e disegni dell’ingegnere Filippo Allegri, già responsabile di numerose infrastrutture del manicomio. Nello stesso anno, il pollaio sovrastante l’autorimessa venne adattato a dormitorio e refettorio per gli autisti.

Negli anni successivi, divenne una struttura strategica per la gestione dell’ospedale, con un approvvigionamento costante di carburanti, pneumatici e pezzi di ricambio documentato dal 1940. Documenti dell’archivio amministrativo del manicomio attestano inoltre l’acquisto di nuovi macchinari per la sala lavaggio e l’ampliamento delle strutture connesse tra il 1956 e il 1958.

Personale e manutenzione

Con il tempo, l’autorimessa divenne un elemento sempre più centrale per la logistica del manicomio. Non si trattava solo di un deposito per i mezzi di trasporto, ma anche di un punto strategico per la manutenzione e il rifornimento.

  • 1950: istituzione di due posti per meccanici dedicati alla manutenzione dei veicoli.
  • 1956: acquisto di nuovi macchinari per la sala lavaggio e nuovi automezzi.
  • 1958: modifica della pianta organica del personale con promozioni per capo autorimessa e capomeccanico.

Negli anni successivi, con l’aumento del numero di ricoverati e delle esigenze operative dell’ospedale psichiatrico, l’autorimessa giocò un ruolo sempre più rilevante. I meccanici e gli autisti non solo si occupavano della manutenzione dei veicoli, ma garantivano anche un servizio di trasporto efficiente, specialmente per i pazienti e il personale medico.

L’autorimessa nel contesto dell’ospedale psichiatrico

L’ampliamento dell’autorimessa si inserisce nella più ampia trasformazione del Frenocomio di San Girolamo, che nel 1933 divenne ufficialmente l’ospedale psichiatrico di Volterra.

Sotto la direzione di Luigi Scabia, il manicomio si trasformò in una città autosufficiente, con numerosi servizi strategici:

  • lavanderia;
  • cucina;
  • macelleria;
  • officine meccaniche ed elettriche;
  • frantoio;
  • fornace per laterizi;
  • mulino e pastificio;
  • fabbrica del ghiaccio.

L’approccio terapeutico adottato prevedeva la terapia del lavoro, con un sistema open door, la riduzione delle misure di contenzione e l’incentivo ad attività ricreative e artistiche come la musica e la danza.

L’area archeologica vicino all’autorimessa

Nelle immediate vicinanze dell’autorimessa si trova la Tomba Inghirami, il principale ipogeo etrusco di Volterra, scoperto nel 1861. Questo evidenzia l’intreccio tra la storia dell’ospedale psichiatrico e il patrimonio archeologico della città.

Importanza storica e attuale: un patrimonio in rovina

L’autorimessa del manicomio di Volterra rappresenta un tassello fondamentale per comprendere la complessa rete logistica dell’ospedale psichiatrico. La sua costruzione e i successivi ampliamenti dimostrano come l’ospedale fosse strutturato per essere completamente autosufficiente, fornendo mezzi di trasporto e supporto alle numerose attività interne. Oggi, però, la struttura versa in uno stato di degrado avanzato: le immagini ne mostrano ancora la conformazione originale, ma evidenziano anche i segni del tempo e dell’abbandono. Ciò che un tempo era un elemento essenziale per l’organizzazione dell’ospedale psichiatrico è ora una testimonianza silenziosa di un passato che rischia di scomparire tra rovine e vegetazione, ricordando l’importanza storica di un luogo che ha segnato profondamente il tessuto sociale e architettonico di Volterra.

Questo contenuto è stato aggiornato il 6 Marzo 2025