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Padiglione Golgi

  1. Data di costruzione:
    1916 (completato nel 1918)
  2. Funzione:

    neurologia / artigianato / alloggi medici

  3. Utilizzo attuale:
    U.O. Veterinaria – ASL Toscana Nord Ovest
  4. Altri nomi:
    Casa Medici (dal 1966)
  5. Stato di conservazione:
    buono
  6. Numero di piani:
    2
  7. Superficie:
    715 m²
  8. Volume:
    3.157 m³
  9. Contenuto aggiornato il:
    1 Aprile 2025

Il Padiglione Golgi: origine del nome

Il Padiglione Golgi prende il nome da Camillo Golgi (1843–1926), celebre medico e scienziato italiano, vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 1906. Fu pioniere nello studio dell’istologia e delle patologie neurologiche e scopritore dell’apparato cellulare che oggi porta il suo nome. La dedica è coerente con la funzione originaria dell’edificio, destinato a reparto neurologico.


Costruzione e prime destinazioni

Il padiglione fu costruito nel 1916 e terminato nel 1918. Nato per accogliere pazienti non considerati pericolosi, rientrava nella logica di classificazione dell’epoca, incentrata su criteri di “pericolosità” e non su diagnosi cliniche come oggi.

Nei primi anni, il piano terreno ospitava l’Officina Carraia, dedicata alla costruzione e manutenzione di carri. Questa attività fu poi trasferita al Padiglione Cesalpino negli anni Cinquanta.


Reparto neurologico e Casa Medici

Nel 1935 il padiglione fu trasformato in reparto neurologico, anche se almeno fino alla fine della Seconda guerra mondiale vi furono ricoverati anche pazienti non neurologici. La distinzione tra psichiatria e neurologia, infatti, era ancora in fase di definizione.

Nel 1964, il direttore Gino Simonini diede nuovo impulso alla struttura, indirizzandola verso lo studio delle patologie vascolari cerebrali. Lo sviluppo fu tale che nel 1966 l’edificio fu riconvertito nella nuova Casa Medici, ospitando il medico di guardia e alloggi per medici celibi.

La precedente Casa Medici, situata al piano superiore di una vecchia casa colonica nei pressi dell’ingresso secondario del convento, fu demolita nel gennaio 1973.


Interventi strutturali e impiantistici

Il Padiglione Golgi fu oggetto di numerosi interventi tecnici:

  • 1957: lavori per la copertura delle terrazze, trasformazione dell’impianto di riscaldamento da carbone a nafta, adeguamento dell’impianto idrico.
  • 1961–62: costruzione di una cisterna in cemento armato da 120 metri cubi nel piazzale tra i padiglioni Scabia e Golgi.
  • Anni ’70: installazione degli impianti di riscaldamento a nafta, curati dal geom. Giuseppe Colivicchi, come per altri padiglioni del complesso manicomiale.

Architettura e stato di conservazione

L’edificio ha pianta rettangolare su due piani fuori terra, con muratura portante in pietra e laterizio, copertura a padiglione in legno, superficie di circa 715 m² e volume complessivo di 3.157 m³.

Uno studio del 2013 lo dichiarava in ottimo stato di conservazione, mentre l’analisi sismica più recente lo colloca in una classe di vulnerabilità 28,43/100, quindi con criticità moderate da valutare.


Il ruolo dell’ingegnere Allegri

Con l’appoggio del direttore Luigi Scabia, l’ingegnere Allegri fu protagonista dello sviluppo edilizio del manicomio, firmando la progettazione di circa venti padiglioni, tra cui proprio il Golgi. Il suo contributo fu decisivo anche per le numerose strutture di servizio (cucine, lavanderia, chiesa, officine, colonia agricola, ecc.).


Immagini storiche

Facciata del Padiglione Golgi a Volterra nel 1935 con insegna visibile
Facciata del Padiglione Golgi nel 1935, con l’insegna chiaramente visibile sopra le finestre centrali.
Lavorazione del legno all’interno del Padiglione Golgi, 1925.
Fotografia del 1925 che ritrae attività artigianali all’interno del Padiglione Golgi. In primo piano, operatori o degenti lavorano a strutture lignee, testimoniando l’uso terapeutico e produttivo del lavoro manuale nell’ospedale psichiatrico.
Interno della falegnameria del Padiglione Golgi con personale, o pazienti, al lavoro, anni ’30.
Scatto interno alla falegnameria situata al piano terreno del Padiglione Golgi, in cui si osservano persone – probabilmente personale o ricoverati – impegnate nella lavorazione del legno. L’immagine risale ai primi anni ’30 e documenta una delle tante attività lavorative del manicomio.
Deposito di legname nel cortile del Padiglione Golgi, anni ’30.
Vista del cortile esterno del Padiglione Golgi, utilizzato come deposito per grandi quantità di legname. Questo materiale era probabilmente destinato alle attività di falegnameria svolte nel reparto. La foto è databile agli anni ’30.

Queste immagini documentano sia l’architettura che le attività lavorative che si svolgevano nel padiglione, offrendo uno spaccato prezioso della vita quotidiana all’interno del manicomio.


Destinazione attuale

Oggi il Padiglione Golgi ospita l’Unità Operativa Veterinaria (U.O. Veterinaria) dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest per l’area di Volterra. L’edificio continua quindi ad avere una funzione pubblica e sanitaria, pur completamente diversa da quella originaria.


Conclusioni

Il Padiglione Golgi rappresenta un esempio significativo dell’evoluzione architettonica e funzionale dell’Ospedale Psichiatrico di Volterra. Dalla neurologia alle attività lavorative, fino alla trasformazione in spazio per il personale medico, il Golgi ha attraversato decenni di cambiamenti, restando una delle strutture più interessanti dal punto di vista storico, sanitario e architettonico dell’intero complesso.

Questo contenuto è stato aggiornato il 1 Aprile 2025