Padiglione Canestrini
Il Padiglione Canestrini, costruito nel 1932, fa parte del nucleo delle cosiddette colonie agricole interne dell’ex ospedale psichiatrico di Volterra. Il suo nome rende omaggio a Giovanni Canestrini (1835-1900), zoologo di vasto sapere e tra i primi e più importanti sostenitori italiani della teoria evoluzionistica delle specie.
Contesto e funzione originaria
Il Canestrini era inserito in un’area dell’ospedale nota come “muccheria”, un complesso dedicato prevalentemente all’’allevamento bovino da latte. Insieme ad altri padiglioni adiacenti – come Darwin, Mascagni e Spallanzani – costituiva un sistema produttivo autosufficiente in cui gli infermieri-coloni e alcuni ricoverati lavoravano in sinergia.
L’uso terapeutico del lavoro, in questo caso declinato nelle attività agricole e zootecniche, era parte integrante dell’approccio assistenziale dell’ospedale: la partecipazione dei pazienti alla cura degli animali e alla gestione delle strutture offriva loro non solo occupazione, ma anche una forma di inclusione sociale e uno strumento di riabilitazione.
Il padiglione Canestrini era inoltre strettamente connesso al nuovo macello (padiglione Mendel), formando con esso un polo agroalimentare funzionale all’autosufficienza dell’istituzione.
Infrastrutture e trasformazioni
Accanto al padiglione e agli edifici della muccheria si trovavano un grande silos per foraggi (demolito nel 1973) e un deposito per carri con fienile, attivo almeno fino alla fine degli anni ’40.
Nel 1948, il padiglione Canestrini fu oggetto di un progetto per la trasformazione in oleificio: i disegni tecnici, commissionati alle Officine Meccaniche Toscane di Firenze e redatti dal geom. Orazio Colivicchi, prevedevano l’installazione di macchinari industriali per la produzione di olio. Questo testimonia un tentativo di riconversione funzionale del padiglione, forse dettato da esigenze economiche o da un’evoluzione nella gestione dell’azienda agraria interna.


Condizioni attuali
Alla data del 2013, il Canestrini risultava in pessimo stato di conservazione, come riportato in uno studio sul rischio sismico degli edifici storici del complesso manicomiale di Volterra. La struttura, sebbene ancora riconoscibile nella sua volumetria originaria, necessita di urgenti interventi di recupero.
Conclusione
Il padiglione Canestrini rappresenta un esempio significativo della dimensione produttiva e agricola dell’ospedale psichiatrico di Volterra, e testimonia un approccio al trattamento dei pazienti che intrecciava assistenza, lavoro e architettura. Intitolato a una figura di spicco della scienza italiana come Giovanni Canestrini, l’edificio merita oggi un rinnovato interesse storico e culturale.